Il circo al circo. Esistere è giusto un momento, così come in un momento è passata questa settimana assurda, sfiancante e divertente. A salire su quel palco c’eravamo tutti noi: un esercito, una comunità, una città intera fatta di concerti, festival, locali, palazzetti e piazze che per vent’anni sono stati -e sempre saranno- le nostre chiese... dove sudore, lacrime e sorrisi sono le nostre liturgie. Non ci sentiamo di aver portato alcun tipo di “qualità” al festival, non ci piace pensarci portatori di nient’altro che non rappresenti noi stessi, la nostra famiglia e la nostra storia. Nei corridoi dell’Ariston abbiamo semplicemente incontrato dei “colleghi” che vedono e cantano il mondo diversamente da noi, così come tutti viviamo ed esistiamo in modo differente. Essere in quel contenitore chiamato televisione con quella canzone per il nostro ventennale ed in questo momento storico era davvero importante per molti motivi che non stiamo a spiegarvi qui. Confidiamo che abbiate capito tutto ascoltando il brano: mai come oggi abbiamo bisogno di ripensare il concetto di amore, empatia e collettività. Non esiste competizione, non esistono vincitori o vinti quando si parla di musica e parole, così come non ci sono persone che “ci meritano” o “non ci meritano”. Emettiamo storie che fanno rumore, la nostra fa questo rumore qui. È stato bello vedere tantissime persone che fino a poco tempo fa ignoravano la nostra esistenza diventare affezionate al Circo Zen, alle nostre canzoni e al nostro immaginario: se vi piace la porta è aperta e l’ingresso è libero, potete stare quanto volete. Vi ringraziamo tantissimo per esserci stati vicini ed averci supportati e/o sopportati. Ci vediamo domani sera alla Feltrinelli di Milano (ed a seguire Bologna, Firenze e Roma) nel mondo della carne e delle ossa. Stare bene. Andrea Appino Karim Qqru Ufo dj Francesco Pellegrini (+ Geometra)